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  • Immagine del redattoreAndrea Sesini

IL FOTOVOLTAICO IN ITALIA


Nel nostro ultimo articolo abbiamo parlato di quella che potrebbe definirsi la nuova frontiera del fotovoltaico: le comunità energetiche. Se è vero che in Italia si stanno diffondendo sempre più, lo stesso si può dire dei singoli impianti.


Lo scorso marzo, a Rimini, durante la fiera della transizione energetica K.EY. sono stati svelati alcuni interessanti dati.Secondo Eupd Research, una società tedesca che si occupa di ricerche di mercato in materia di sostenibilità, nel 2022 nell’UE sono stati installati 39 Gw di nuovi impianti fotovoltaici.


Al primo posto la Germania con 7,6 Gw, mentre l’Italia si è fermata al 6° posto con circa 2,5 Gw installati tra settore residenziale (1,103 Gw), commerciale (0,749 Gw), industriale e centrali (0,63 Gw).



©Ansa


Questo posizionamento è indubbiamente migliorabile ed è ciò a cui punta il nostro Belpaese. Secondo le proiezioni di Eupd, non solo potremmo arrivare a circa 4 Gw entro entro la fine del 2023 ma, grazie all’integrazione tra politiche governative e incentivi, l’Italia avrebbe un potenziale tale da poter arrivare a una capacità totale di 48 Gw prima del 2027.


In questo modo, l’energia solare supererebbe quella idroelettrica, diventando la prima fonte rinnovabile nazionale.

É comunque innegabile che il fotovoltaico continui ad avanzare. Basti pensare che gli impianti realizzati nel 2022 ammontano a 205.806. Questo significa il 158% in più rispetto all’anno precedente (erano 79.878).Inoltre, Enel Grids (divisione delle reti del gruppo Enel) ha calcolato che nel 2022 gli allacci di impianti green alla rete di distribuzione sono più che raddoppiati. Il 57% dei collegamenti si registra al Nord, il 20% al centro Italia, il 14% al Sud e il 9% nelle isole.


Falsi miti da sfatare quando si parla di fotovoltaico



©Ansa


Nonostante le previsioni di Enel Grids per i prossimi anni siano favorevoli, quando si parla di fotovoltaico sono ancora tante le persone scettiche. Le tematiche che infondono dubbi sono le più disparate: dall’inaffidabilità dei pannelli alla difficoltà nel loro smaltimento.


Ecco che allora tenteremo di porre fine a titubanze varie o a false credenze. Innanzitutto, quando si parla delle emissioni di CO2 emesse per la produzione dei pannelli fotovoltaici, bisogna considerare anche che l’energia impiegata per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata dall’energia prodotta dallo stesso in meno di un anno di funzionamento.

Al termine di questo periodo, il modulo fotovoltaico comincia a essere 100% pulito e rinnovabile.


Il materiale principalmente impiegato per la realizzazione dei pannelli solari è il silicio. Non solo è a basso impatto ambientale, ma anche altamente riciclabile. I pannelli appartengono alla categoria RAEE – Rifiuti di Apparecchi Elettrici ed Elettronici. Per questo motivo, sarà necessario informarsi sul corretto metodo di smaltimento offerto dall’ente che si occupa di raccogliere i rifiuti nella tua zona. A seconda dei casi, è possibile riciclare una percentuale tra l’80% e il 90%, dunque, il fotovoltaico è rispettoso dell’ambiente.



É vero: un impianto fotovoltaico produce energia quando c’è sole, mentre nei giorni piovosi o di notte ciò non si verifica.

Tuttavia, è altrettanto vero che esiste un modo per rendere questa energia disponibile h24.Grazie a un accumulatore – un dispositivo integrato all’impianto – è possibile immagazzinare l’energia prodotta nelle ore di sole per renderla disponibile nei momenti di buio o di scarsa luminosità.


Non ti abbiamo ancora convinto? Allora non perderti il nostro prossimo articolo per scoprire tutti i vantaggi del fotovoltaico!



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